BarCons© - La forza di un'etichetta
Chi sono? Molto sinteticamente potrei rispondere: un informatico con la passione dell’enogastromia. Come sono arrivato fin qui? Questo è più difficile da riassumere e a volte me lo chiedo anch’io... se qualcuno me lo avesse predetto non ci avrei mai creduto. Tutto iniziò nella primavera del 2009, quando cominciai ad inserire esperienze enogastronomiche e ricette, alcune mie e altre di mia madre buonanima, sulle pagine personali del mio sito che avevo appena ristrutturato. Dopo pochi mesi il volume delle informazioni era cresciuto parecchio, rendendo indispensabile la creazione di un sito autonomo dedicato solo all’enogastronomia. La genesi di www.cucinartusi.it deriva quindi da un momento d’egoismo, diventato poi gesto d’altruismo. Esso è nato più per organizzare le informazioni che raccoglievo e le esperienze che facevo piuttosto che per condividerle con altri, la scelta che ho fatto, però, mi ha dato grandi soddisfazioni, soprattutto in termini di gradimento da parte dei visitatori. Su www.cucinartusi.it promuovo piccoli produttori del comparto agroalimentare locale, che trovo girando per fiere e che scopro assaggiandone i prodotti, pubblico reportage da eventi e manifestazioni regionali, spesso corredandoli con laboratori del gusto che parlano di profumi e sapori genuini, infine inserisco ricette compatibili con la mia filosofia mediterranea. Insomma, il sito è diventato il diario delle mie esperienze, tutte rigorosamente siciliane e condite con tante descrizioni di sapori e profumi, motore che muove sempre la mia penna.
Come mi sono avvicinato all’enogastronomia? Come tanti ho iniziato ad affinare il gusto grazie al vino, bevanda che non bevevo e che anzi mi dava parecchio fastidio. Nel 1986, lavorando nell’azienda di distribuzione vini di quell’Ignazio Miceli, che tanta importanza ha avuto nello sviluppo del comparto vitivinicolo siciliano, ho cominciato ad avvicinarmi a questo mondo fatto di bicchieri e profumi. Tuttavia, solo nel 2000 ho sporadicamente iniziato ad assaggiare vino partecipando a delle degustazioni guidate.
Nel 1995, invece, ho cominciato a muovere seriamente i primi passi tra i fornelli, identificandomi quasi subito nella cucina a km zero con pochi ingredienti, sempre freschi e di qualità, con sapori che non devono mai coprirsi, con cotture brevi, meno sale e più erbe. Il mio riferimento culinario è quindi costituito dalla cucina mediterranea, senza burro e con tanto olio extra vergine d’oliva, in sostanza una cucina in fin dei conti essenziale. Il seme di queste preferenze è stato piantato dentro me nel Febbraio del 2003, durante una degustazione di piatti del pluristellato Chef Nino Graziano, del Mulinazzo di Bolognetta. Ciò ha segnato, in modo indelebile, il mio percorso gastronomico continuato poi con i consigli della "Scuola di cucina" di Laura Ravaioli.
Le mie esperienze si sono arricchite, durante gli anni che seguirono, partendo quindi dal vino e spaziando dall’olio al formaggio, grazie ad un’infinità di degustazioni, laboratori del gusto e seminari enogastronomici sino a sfociare, nel 2009, nel sito www.cucinartusi.it.
Arrivati a questo punto qualcuno si starà chiedendo se ci siano reali legami tra me e il ben più illustre Pellegrino Artusi. Ebbene, tutto ciò che io so della mia famiglia comincia con mio nonno Arturo, che non ho avuto il piacere di conoscere in quanto scomparso giovanissimo. Quest’ultimo, forse, potrebbe rappresentare il legame con il mio ben più famoso omonimo Pellegrino, infatti, Arturo, nativo di Mestre, fuggì dal Veneto agli inizi del ‘900 probabilmente a causa della Prima Guerra Mondiale. Esso rimase in Italia, ma spostandosi il più lontano possibile dai pericoli della devastante guerra del nord. Stabilendosi quindi a Palermo, rappresentò un raro caso di emigrazione al contrario, qui conobbe una palermitana Doc, ovvero mia nonna Rosaria, con la quale formò una numerosa famiglia. Curiosità della sorte, come Pellegrino, anche mio nonno Arturo era un benestante commerciante di tessuti. Nel 2009, da studi commissionati dal Comune di Forlimpopoli ed effettuati da un incaricato di redigere un albero genealogico di Pellegrino, sono stato messo a conoscenza della probabilità che i miei avi possano provenire dal ceppo emiliano bolognese, oppure da quello toscano, riconducibile al 1300 con Andrea Artusi, Priore del convento di San Giacomo Maggiore a Bologna; o in alternativa, dal ceppo veneto, oggi rappresentato dagli Artusi del Pastificio omonimo vicino a Padova. Altre curiosità, nella famiglia di mio padre ricorrono diversi nomi che iniziano con la “A”; era infatti un’abitudine della mia famiglia che si tramandava di padre in figlio, strano caso che il Priore di Bologna si chiamasse Andrea, come un mio defunto zio e mio nonno invece Arturo; inoltre mio padre aveva uno zio toscano abitante a Firenze, città in cui Pellegrino visse gran parte della sua vita e dove pubblicò il famoso libro “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”. Insomma, sembra che emergano dei collegamenti soprattutto con il ceppo veneto e quello toscano.
Mio padre Giuseppe, unico di tanti fratelli rimasto a Palermo non era molto ferrato in cucina ma mi ha tramandato l’abitudine per la ricerca dei cibi genuini. Era mia madre Anna invece, la cuoca di casa, essa aveva ereditato la passione della cucina dal mio sicilianissimo nonno Gaspare, ci preparava infatti gustosi manicaretti spesso provenienti dalle ricette di Pellegrino; forse è stato grazie a lei che un giorno, in un momento di necessità, mi sono ritrovato davanti ai fornelli in grado di cucinare qualcosa.
Questo è tutto ciò che posso raccontarvi di me, il resto lo farò poco alla volta, scrivendo di persone e sapori della Sicilia, regione che, anche se mia da sole due generazioni, mi possiede totalmente.